Volgendo figurativamente lo sguardo all’evento organizzato da Disney per Epic Mickey 2, non possiamo fare a meno di essere toccati da una punta di nostalgia. Esatto, tale appuntamento si è tenuto appena qualche giorno fa, eppure dobbiamo già arrenderci a tale evidenza. Vuoi perché un giorno di sole pieno e splendente qui, nella seppur meravigliosa Milano, sembra oramai un vago ricordo estivo, vuoi per altro. Che altro?
Ma Warren Spector, ovviamente! Non staremo qui ad elencare inopportuni curricula, né tantomeno a tessere le lodi di un personaggio che non ha certo bisogno di certi trattamenti. Ma non possiamo fare a meno di riconoscere qualche merito ad una persona che è riuscita ad attirare la stessa attenzione (se non di più) rispetto all’argomento di cui ha discusso. E se l’argomento in questione è addirittura Topolino, capite bene quale sia la portata della sfida alla quale il buon vecchio Warren si è dovuto sottoporre.
L’occasione, come già accennato, è stata quella attraverso cui ci è stata data l’opportunità di sbirciare nel retrobottega di quella colorata fabbrica che ha prodotto i due Epic Mickey. Non solo Junction Point (studio capeggiato da Spector), dunque, ma anche e soprattutto Disney. Seguiteci e scoprirete il perché.
Coloro i quali abbiano avuto modo di darsi al primo Epic Mickey, non avranno certo fatto fatica a realizzare quanto questo progetto sia impregnato dell’universo a cui appartiene. Aspetto non scontato, e certamente non così automatico come sarebbe seppur lecito supporre. Epic Mickey, come avemmo modo di evidenziare in sede di recensione, rappresenta anzitutto un’ode alla Disney che fu e che in parte è tuttora. Un omaggio, consentiteci di dirlo, elargito quasi col cuore di un bambino, che finalmente riesce a realizzare il proprio sogno.
Quel bambino, ebbene sì, è proprio Warren Spector. E se anche voi aveste assistito alla sua presentazione di questo atteso seguito, certamente non avreste più dubbi a riguardo. Al di là delle interessanti componenti di cui a breve ci accingiamo a riportarvi un breve resoconto, ciò che ci ha maggiormente rincuorato è stato esattamente questo: il faccione sorridente di Spector mentre ci prende letteralmente per mano e ci accompagna attraverso un quantomai breve ma affascinante viaggio. Gita le cui tappe passano attraverso più elementi di un mondo noto probabilmente solo a certi cultori, che specie della prima Disney ne hanno fatto una sorta di idolo.
Non glissate tanto superficialmente su questo passaggio. Per quel po’ che abbiamo avuto modo di comprendere, ad oggi risulta sempre più difficile trovare persone in grado di trasmettere la stessa passione di cui si nutrono servendosi semplicemente dell’arte della parola. Tanto più lo è nell’ambito di progetti altisonanti, sia da un punto di vista economico che a livello di blasone. Ma c’è di più. Ricordatevi questo più con cui vi abbiamo appena stuzzicato. Prima di congedarci da questo nostro scritto, ci torneremo con prepotenza.
Ma in sostanza, cosa troveremo in questo Epic Mickey 2? Attraverso la cospicua mole di filmati che vi abbiamo mostrato, gli sviluppatori non hanno fatto mistero riguardo a quello che sarà il vero collante del gioco: il rapporto tra Oswald e Topolino. A riguardo, Spector ci ha raccontato un aneddoto, con tanto di documentazione a seguito. Oswald the Lucky Rabbit in realtà è antecedente a Mickey Mouse. Quest’ultimo fu creato da Disney solo perché il primo gli fu letteralmente sottratto per via delle solite beghe legali. Anziché perdersi d’animo, allora, il giovane Walt Disney “ripiegò” su un topo, preferendolo a un coniglio. Tempo dopo spedì una lettera a coloro che si erano appropriati della sua creazione, ringraziandoli e augurando loro ogni bene. Senza la perdita di Oswald, Topolino probabilmente non sarebbe mai esistito.
Quanto detto si ricollega in maniera piuttosto calzante ancorché pittoresca all’incipit di Epic Mickey 2. Topolino viene infatti evocato, per così dire, nel mondo di Wasteland poiché una nuova minaccia incombe. Non più Mad Doctor, a quanto pare redento, bensì qualcos’altro, di portata ben peggiore. Oswald è dubbioso riguardo a questo cambio di registro dell’acerrimo nemico della prima avventura, ma sa che senza Topolino ogni sforzo sarebbe vano. Da qui hanno inizio le vicende. Prima novità: a differenza del predecessore, ogni personaggio sarà doppiato… in altre parole, parleranno tutti. Spector si è detto molto orgoglioso a riguardo, non sapendosi spiegare ancora oggi come mai avesse deciso di “ammutolire” tutti nel primo episodio. Insomma, Topolino che viene in soccorso di Oswald… uno smacco bello e buono, che con un piccolissimo slancio astrattivo riusciamo agevolmente a legare con quella che fu la realtà dei fatti.
Ma cosa sarebbe l’ambientazione di Epic Mickey se risplendesse esclusivamente di luce propria? La stragrande maggioranza degli elementi presenti sullo sfondo della nostra avventura sono tratti di peso o quasi da una sconfinata sequela di tavolozze Disney. Appartenenti a più di un cosmo orbitante attorno a tale etichetta, troviamo rimandi ad ambienti come quello di Peter Pan per esempio, ma anche altri. E di certo non mancheranno quelle sezioni che tanto abbiamo amato nel primo Epic Mickey, ossia i passaggi in 2D, calati completamente in parecchi di questi mondi paralleli.
Un’avventura di questo tipo non sarebbe tale, però, se non disponesse di un grande eroe. L’eroe in questione è, manco a dirlo, Topolino, su cui Spector ed i suoi collaboratori si sono soffermati parecchio. La base da cui sono partiti per la ricostruzione del personaggio è la stessa adottata da principio per i disegni, ossia un fagiolo. Ed effettivamente, andando un po’ più a fondo nell’analisi del personaggio, la base è esattamente quella. Le modifiche apportate sono tutte motivate dalla volontà di rendere Topolino funzionale al contesto entro il quale opera. Si parla di dettagli, e come certamente sapranno i meno impulsivi, sono proprio questi a fare la differenza. Rispetto al cartone, dunque, sono stati resi più spessi gli arti, così da renderli ben visibili durante l’azione. Non solo. Spector ha notato una cosa a dire il vero palese, ma su cui in pochi si sono soffermati. Qual è l’emblema di Topolino? Esattamente, le sue voluminose orecchie. Il game designer texano (d’adozione) ha studiato attentamente pressoché tutti i film di Topolino, ed ha notato che solo in tre di questi le orecchie seguono in maniera dinamica le sue movenze. In tutti gli altri casi, qualunque sia la situazione, la loro posizione resta invariata, proprio come nell’emblema ampiamente noto di cui sopra. Così sarà anche in Epic Mickey 2. Tale fedeltà si ripercuoterà in sostanza su tutte le animazioni, anch’esse fedeli a quanto si vede nei cartoni.
Passiamo al genere. Dal creatore di Deus Ex ci sarebbe solo da meravigliarsi nel ricevere un gioco che non risenta di una certa impronta. Ed infatti, seppur con i dovuti adattamenti, il sistema delle scelte si ripresenterà in qualche modo. D’altronde, stando a quanto espressamente dichiarato da Spector, Epic Mickey 2 rappresenta un po’ un incrocio tra Super Mario 64 e Zelda: A Link to the Past.
Ma è stato davvero tutte rose e fiori con il primo capitolo della saga? Beh, potremmo ben dire di no. Anche noi segnalammo alcune magagne nella gestione della visuale, a tratti davvero irritante. Ebbene, pare che su tale aspetto Junction Point si sia concentrata a dovere, anche se la brevissima prova su strada da parte nostra non ci ha permesso di ricevere un feedback esauriente in tal senso.
Cosa ne è del resto? Tanta colonna sonora presa anch’essa di peso dall’universo Disney, più nuove e simpatiche aggiunte come i diversi costumi (ognuno dei quali comporterà altrettante abilità differenti), così come una non meglio precisata crescita del nostro personaggio mediante l’acquisizione delle solite spillette – quest’ultime, non più mero pretesto per passare del tempo a raccogliere roba, bensì utili per poter incrementare le nostre abilità. Su tutti, per chiudere, la modalità cooperativa, in fin dei conti perno e leitmotiv di Epic Mickey 2.
Ma poiché ogni promessa è debito, prima di lasciarvi vi mettiamo a parte di un piccolo episodio. Durante l’appassionata e appassionante presentazione del gioco, Spector ci ha parlato di un suo prossimo progetto, di cui già tempo addietro trapelò qualcosa. Qualche tempo fa emerse infatti che il diretto interessato fosse seriamente intenzionato a creare un vero e proprio musical interattivo, qualcosa di ben diverso dai classici giochi o dai soliti rhythm game. Tuttavia le voci alludevano alla possibilità che si trattasse di Epic Mickey 3, cosa non smentita ma certamente non avallata da Spector. Chi vi scrive, mezz’ora dopo la conclusione della presentazione, si è trovato faccia a faccia con Spector. Allorché mi sono limitato a rivolgergli un augurio, affinché riuscisse prima o poi a realizzare quello che lui stesso non ha esitato a definire “un sogno”. Di tutta risposta, ecco come il buon Warren si è congedato, con tanto di sorriso sulla bocca: “Oh ma guarda che non ci sono dubbi… questo gioco lo farò! Sono ostinato a riguardo, quindi non aspetterò che qualcuno mi dia il ‘permesso’ per farlo. Lo farò, puoi stare tranquillo!“.