Dopo i primi due capitoli della serie Dead Rising, sviluppati per console Xbox 360 e in seguito per Nintendo Wii, PlayStation 3 e PC, Capcom e Microsoft hanno pensato bene di portare un’enorme mole di zombie famelici su piattaforme di nuova generazione con il terzo capitolo, Dead Rising 3, per Xbox One.
Previsto in principio per Xbox 360, lo sviluppo di Dead Rising 3 è stato poi spostato sulla nuova console Microsoft come titolo di lancio per dimostrare al pubblico quanto le potenzialità dell’hardware di Xbox One potesse migliorare l’esperienza di gioco.
Possiamo dire che in parte le novità si notano e fanno decisamente la differenza, ma rimangono alcune reminiscenze della passata generazione che derivano sicuramente dal passaggio dello sviluppo del gioco dallea vecchia alla nuova piattaforma.
Di seguito le nostre impressioni dettagliate su Dead Rising 3.
Benvenuti a Los Perdidos
Le vicende narrate nella modalità storia di Dead Rising 3 prendono vita a dieci anni dagli avvenimenti del finale “buono” di Dead Rising 2. Il giocatore in questo terzo capitolo della serie veste i panni di Nick Ramos, meccanico dal passato misterioso del garage Wrench O’Rama della inizialmente tranquilla città californiana di Los Perdidos.
Nei dieci anni di distanza dalle precedenti vicende Fortune City, il governo ha scelto di togliere dal mercato il vaccino Zombrex, per sostituirlo con una apparentemente più utile chip in grado di somministrare in modo automatico il siero agli infetti e monitorare la loro posizione GPS. L’infezione è infatti rimasta sotto controllo per molto tempo, almeno fino all’improvvisa invasione di una massiccia orda di zombi per le strade di Los Perdidos.
Lo scopo del giocatore è quello di fuggire dalla cittadina americana prima del bombardamento da parte del governo americano in un periodo di tempo che si suddivide in 6 giorni, entro i quali Nick e compagni devono riuscire a riparare un vecchio aeroplano per evitare di rimanere sterminati. Il gioco è suddiviso in 8 capitoli che vedono il protagonista imbattersi in orde di zombi tra missioni principali e missioni secondarie rivelando alcuni interessanti retroscena circa il passato di Nick e la genesi dell’infezione.
Il plot narrativo riesce a tenere sempre ben alto l’interesse del giocatore nel portare a termine il gioco, offrendo circa dalle 10 alle 15 ore per concludere la campagna principale in base, anche, alle missioni secondarie affrontate. Inoltre, il tasso di rigiocabilità è parecchio alto poichè, a differenza dei precedenti capitoli, Dead Rising 3 offre ben 5 finali diversi basati su decisioni prese dal giocatore durante la partita e non in base al tempo.
Dead Rising 3 comprende però anche una modalità Incubo per mettere alla prova le proprie abilità da hardcore gamer, la quale offre gli stessi contenuti della modalità storia ma con alcune limitazioni, ossia meno tempo per scappare da Los Perdidos, zombi più letali e l’assenza degli autosalvataggi. Alle due modalità si aggiunge anche la possibilità di affrontare l’avventura insieme ad un altro amico online in cooperativa, il quale impersona il personaggio secondario Dick.
McGyver insegna
Lo confessiamo subito. Dead Rising 3 è un gioco che ha divertimento da vendere. Le dinamiche di gioco prendono chiaramente spunto dalle già rodate e tanto apprezzate meccaniche dei precedenti capitoli, ovviamente migliorando ulteriormente l’esperienza di gioco grazie anche alle prestazioni e funzionalità della console Microsoft.
Dead Rising 3 è un gioco d’azione in terza persona ambientato in una mappa di gioco “open” con una dimensione più grande delle mappe di gioco di Dead Rising e Dead Rising 2 messe insieme. Particolarità principale del titolo sviluppato da Capcom Vancouver è la possibilità farsi largo tra le orde di zombi lungo le missioni con armi di vario genere disseminate in ogni angolo della cittadina californiana e veicoli di vario tipo.
Come nel capitolo precedente, in giro per gli scenari sarà possibile scovare “progetti” per la creazione di strumenti letali combinando più armi tra loro. Novità di Dead Rising 3 è però la possibilità di combinare anche i veicoli, creando veri e propri mezzi di distruzione per fare fronte a orde di zombi in un battito di ciglia. Il tutto risulta utile in particolar modo per attraversare la vasta ambientazione di Los Perdidos, la quale si suddivide in quattro aree di gioco, ossia Central City, South AlmudaIngleton e Sunset Hills. Attenzione però perchè gli zombi adesso sono più agguerriti e possono attaccare saltando direttamente sul veicolo.
L’equipaggiamento di Nick permette di tenere a portata di mano un massimo di quattro elementi (tra oggetti, razioni per recupero salute e armi) selezionabili tramite la levetta analogica destra. Ogni arma ha un limite massimo di usura, dopodichè diventa inutilizzabile richiedendo l’uso di un ulteriore arnese. Tutti gli elementi raccolti vengono però salvati nell’inventario di Nick, il quale può recuperare ogni singolo oggetto e abito grazie a diversi armadi situati in determinati punti della mappa dove è anche possibile salvare manualmente i progressi di gioco.
Per mantenere alto il tasso di sfida, gli sviluppatori hanno integrato ancora una volta il sistema di potenziamento delle abilità del personaggio. Grazie all’accumulo dei Punti Prestigio mediante uccisioni e combo di ogni tipo, il giocatore può piano piano perfezionare le caratteristiche di Nick aumentando il livello di salute, il numero dei tipi di mosse disponibili, ecc…
Next-gen ma non troppo
Come abbiamo già detto, Dead Rising 3 è molto divertente grazie anche alle prestazioni e alle nuove funzionalità di Xbox One. Finalmente è infatti possibile vedere un numero di zombi a schermo davvero impressionante che non ha nulla da invidiare a pellicole del genere zombi di George Romero o The Walking Dead. Ora l’invasione di zombi ha proporzioni davvero apocalittiche e viene gestita tutto sommato molto bene, a parte qualche calo di frame rate nelle fasi più concitate.
A questo si aggiunge una varietà di morti viventi notevole, diversi anche nei lineamenti, grazie soprattutto a un algoritmo ideato dagli sviluppatori che genera zombi in maniera random. Il tutto toglie la tanto odiata sensazione di “clonazione” che ha sempre fatto capolino in questo genere di titoli nelle precedenti generazioni di videogiochi. La potenza di calcolo della piattaforma Microsoft ha permesso anche una migliore gestione dell’intelligenza artificiale degli infetti che adesso sono più attenti ai rumori e alle fonti di luce.
Altra interessante caratteristica è senz’altro l’implementazione della nuova periferica Kinect. Grazie al microfono integrato è adesso possibile avviare ogni opzione dei menù di gioco via voce, oltre fare uso di alcuni comandi specifici per richiamare gli alleati oppure insultare e sfidare i nemici. Occhio però a non gridare troppo perchè gli zombi sentono tutto (eh si).
Se poi siete possessori di uno smartphone o di un tablet, la funzionalità Smart Glass permette mediante Companion App di consultare su un secondo schermo la mappa di gioco ed anche di scovare nuove missioni secondarie. Una funzione non indispensabile ma sicuramente molto apprezzata.
Il tutto fa davvero di Dead Rising 3 un titolo di nuova generazione, tranne una caratteristica molto importante. Lo spostamento dello sviluppo del gioco da Xbox 360 a Xbox One ha lasciato alle spalle la cura per il dettaglio grafico. Nonostante siano presenti effetti non possibili su una console di generazione precedente, è palese che la grafica di Dead Rising 3 non sia per niente next-gen. Le texture non sono all’altezza, così come la definizione dei volti dei personaggi. Inoltre il gioco gira a 30 frame per secondo e, come abbiamo già accennato, a volte sono presenti rallentamenti. Per quanto riguarda invece il comparto audio siamo pienamente soddisfatti. Sia il sonoro, sia il doppiaggio in italiano sono di ottima fattura e danno l’idea di essere davanti ad una produzione cinematografica.
Conclusioni
Capcom Vancouver con Dead Rising 3 non si è allontanata più di tanto dai precedenti capitoli della serie, offrendo la stessa formula di gioco ma con qualche novità obbligatoria. La potenza hardware di Xbox One è ben presente nel gioco ma va cercata in elementi non chiaramente visibili, dal momento che esteticamente non c’è qual balzo generazionale che tutti si aspettavano. Dead Rising 3 è infatti ricco di contenuti per divertire il giocatore, ma povero a livello grafico per un titolo di nuova generazione. Consigliamo quindi il titolo a quei giocatori che vogliono passare ore di divertimento sfrenato davanti allo schermo senza fare caso al dettaglio grafico.
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