C’è una ragione se le storie sul viaggio nel tempo, fuori dalla letteratura, non abbondano. Non è facile, saltare da un posto all’altro, da un periodo all’altro, complica le cose. Stupisce quindi che uno sviluppatore alla prima esperienza videoludica ‘tradizionale’ (ha un passato di produttore di videopoker da sala) affronti un genere così difficile da trattare.
Darkest of Days inizia durante la guerra civile americana, ma il protagonista viaggerà nel tempo e visiterà le trincee della Grande Guerra e Pompei nelle ore di eruzione del Vesuvio (e altri due periodi non ancora svelati).
Ambizioso? Rischioso? probabilmente si, ma la carne al fuoco c’è; tra le altre cose, il motore 3d a cui stanno lavorando gli sviluppatori riesce a gestire un discreto numero di personaggi. Inoltre DoD esplora ambientazioni raramente affrontate dai videogames, cosa buona e giusta in un periodo stracarico di shooter dalle ambientazioni indistinguibili (solo quest’estate ci aspettano altri due shooter sulla seconda guerra mondiale – fate un po’ voi).