Quello che almeno inizialmente era stato pensato come un pesce d’aprile dallo staff del rivenditore online inglese GameStation.co.uk si è rivelato poi un indovinato esperimento per sapere quante persone vanno a leggere i termini d’uso dei siti web da cui comprano merce in generale, nel caso specifico videogiochi.
La regola introdotta da GameStation proprio il primo aprile prevede che chiunque invii un ordine tramite il portale accetta di vendere ad esso la propria anima:
“Inserendo un ordine su questo sito nel primo giorno del primo mese dell’Anno Domini 2010, acconsenti a donare a noi un’opzione non trasferibile, per ora e per sempre, sulla tua anima immortale. Dovessimo decidere di esercitare l’opzione, accetti di cedere la tua anima immortale, e qualsiasi diritto su essa, entro 5 (cinque) giorni lavorativi dopo la ricezione di notifica scritta da gamestation.co.uk o uno dei suoi demoni autorizzati. Ci riserviamo il diritto di notificare il tutto con 6 (sei) lettere di fuoco, senza assumere responsabilità per perdite e danni causati da esse. Se a) non credi di avere un’anima immortale, b) l’hai già venduta a terzi, o c) non intendi concedere la licenza, per favore clicca qui sotto per annullare questa clausola e procedere con la transazione”
Ben pochi in realtà hanno cliccato sul link rivelatore del pesce d’aprile, provando così che i termini d’uso vengono letti praticamente mai: il sito conta circa 7.500 anime legalmente possedute.
Via | News.com.au