Nonostante i guadagni di Capcom siano aumentati da 82 miliardi di Yen (circa 700 milioni di €) a 94 miliardi di Yen dallo scorso anno, la divisione “Digital Contents”, che comprende console, PC e giochi mobile, ha fatto registrare un tonfo di oltre il 50%, attestandosi a meno di 25 milioni di €. Si tratta della peggiore performance dell’azienda dal 2005.
La vendita totale di software nell’anno fiscale 2013 si è fermata a soli 14 milioni di copie, con molti giochi ad aver venduto ben al di sotto delle stime fatte da Capcom. Ad esempio il criticatissimo DmC: Devil May Cry, che era stato affidato ai Ninja Theory proprio per “occidentalizzare” il brand e renderlo più appetibile nei mercati europei e americani, ha venduto meno di qualsiasi suo predecessore totalizzando poco più di 1 milione di copie, ovverosia metà di quelle sperate. Il pessimo Resident Evil 6 ha fatto poco meglio: la previsione di 7 milioni è stata mancata clamorosamente di oltre 2 milioni di unità.
In questa piccola ecatombe, l’unico gioco che ha sorpreso in positivo è stato Dragon’s Dogma, franchise nuovo, acerbo e con dietro pochissimo marketing, che nonostante tutto ha venduto 1,3 milioni di copie, sensibilmente più di quel DmC: Devil May Cry tanto spinto da Capcom e sorretto dal nome di un franchise storico.
A tenere a galla Capcom è la divisione online, con un salto del +45,9% rispetto allo scorso anno, e previsioni di un ulteriore aumento del 22,3% entro marzo 2014, per un guadagno totale di 28 miliardi di Yen.
Speriamo che Capcom impari prima possibile dai suoi errori e capisca che i giochi che vendono sono quelli fatti bene, e non quelli affidati a team di sviluppo esterni che non hanno mai brillato particolarmente come nel caso di DmC: Devil May Cry, o snaturati come Resident Evil 6.
via | Games Industry