Forte degli stratosferici dati di vendita di Star Wars: The Old Republic, il co-fondatore di BioWare Greg Zeschuk si è concesso ai microfoni di Joystiq per rispondere alle critiche di chi, osservando le altre case di sviluppo produttrici di giochi di ruolo online passare dal modello degli abbonamenti a quello del free-to-play, non capisce perchè la famosa sussidiaria canadese di Electronic Arts non abbia fatto altrettanto con il suo nuovo MMO dedicato all’universo di Guerre Stellari.
“Posso capire chi pensa che il mercato, che diventa ogni giorno sempre più frammentato, debba dare più spazio ai free-to-play, ma il modello di sviluppo ‘classico’ continua a sopravvivere ed è ancora la componente principale di tutto il sistema. Non sto dicendo che una cosa è buona e l’altra è cattiva, dico solo che un modello non può soppiantare l’altro. Con un free-to-play non si possono investire le stesse risorse che abbiamo investito noi su SWTOR, né si può creare qualcosa che, in varietà di contenuti e in estensione dell’area di gioco esplorabile, possa essere minimamente paragonabile.
L’idea che la formula freemium possa farsi carico di tutti gli altri modelli di business, nella prospettiva degli MMO, è commercialmente ridicola. Per realizzare SWTOR abbiamo impegnato ingenti risorse finanziarie e diversi team di sviluppo, il mercato dei giochi di ruolo però è molto scalabile e quindi credo che in determinate condizioni il free-to-play sia l’opzione più vantaggiosa. Noi stessi stiamo realizzando qualcosa di interessante in tal senso per riportare alla ribalta un’IP importante.”
Prima di lasciarvi, vi ricordiamo che Star Wars: The Old Republic è disponibile in esclusiva su PC e, una volta acquistato, permette l’accesso “gratuito” ai server per i primi 30 giorni, terminati i quali, chi vorrà, potrà proseguire l’avventura sottoscrivendo un abbonamento mensile (12,99€), trimestrale (35,97€) o semestrale (65,94€).