“La grande varietà di videogiochi, con l’altrettanto ampia varietà di competenze a cui obbligano, e la straordinaria trasformazione delle nuove versioni grafiche che coinvolgono a tutti i livelli della esperienza sensoriale, mentale e corporea, vanno sempre più dissolvendo quelle barriere, a cui ci ha abituato la televisione, tra media e fruitore passivo, per generare un attivo coinvolgimento e un’immersione in ambienti che assomigliano anche nei minimi dettagli a quelli naturali”
Nonostante l’orrida copertina, il libro pubblicato dall’editore CarloAmore sembra decisamente interessante per chi é interessato ai game studies e più in generale al rapporto che si viene a creare tra opera e fruitore della stessa.
[via Matteo Bittanti]