Dopo le discutibili comparse su Nintendo DS e iPhone, Altair e la saga Assassin’s Creed tornano nuovamente in versione portatile, ma questa volta sulla piccola di casa Sony con un capitolo nuovo di zecca che ricalca alla perfezione le principali caratteristiche che hanno reso famosa la versione per console casalinghe.
Assassin’s Creed: Bloodlines, a differenza di Assassin’s Creed: Altair’s Chronicles, si presenta infatti come uno spin-off della serie, che ha però tutte le carte in regola per essere posto accanto al primo capitolo ad alta definizione.
Oltre alle chiare similitudini in termini di giocabilità, Assassin’s Creed: Bloodlines ha anche l’onore di fare da ponte tra Assassin’s Creed e Assassin’s Creed II, raccontanto le inedite vicende di Altair e svelando i retroscena che legano i primi due episodi della trilogia.
Sarà riuscita però Ubisoft a confezionare un prodotto che non risenta su PSP degli stessi difetti del predecessore? Andiamo a scoprirlo insieme dopo la pausa.
TRAMA
Come abbiamo già anticipato, Assassin’s Creed: Bloodlines continua a narrare le gesta di Altair poco dopo l’epilogo di Assassin’s Creed, ossia a circa un mese di distanza dello scontro finale con il maestro Al Mualim dopo essersi rivelato anche’esso un membro dei Templari, colpevole di aver tradito la confraternita degli assassini tentando di sfruttare per soli scopi personali il Frutto dell’Eden. Prendendo quindi il posto di Al Mualim come nuovo capo spitituale della “setta”, Altair continua la sua ricerca dei restanti Templari che sembrano si siano ritirati presso l’isola di Cipro, guidati dal nuovo maestro Armand Bouchart.
Durante il suo cammino l’assassino cattura Maria ad Acri, la donna Templare risparmiata a Gerusalemme nel primo episodio che farà da personaggio chiave per le intricate vicende che andranno a svilupparsi in Assassin’s Creed II. Grazie all’aiuto di diversi alleati, alcuni dei quali riserveranno ad Altair alcuni colpi di scena, il protagonista viene a conoscenza di un misterioso archivio che i Templari avrebbero nascosto a Cipro, il quale potrebbe avere a che fare con il Frutto dell’Eden e la sua sconosciuta funzione.
Questa breve premessa è solo un piccolo anticipo del plot narrativo che Assassin’s Creed: Bloodlines offre, essendo una delle principali caratteristiche che giustificano maggiormente l’acquisto del gioco. Assassin’s Creed: Bloodlines punta infatti a mettere in ordine i vari tasselli che uniscono il primi due capitoli della trilogia ideata da Ubisoft, limitando inevitabilmente l’avvicinamento, e soprattutto la giusta comprensione delle vicende, a giocatori che non hanno ancora avuto a che fare in precedenza con i titoli della serie per console da salotto.
GIOCABILITA’
Per quanto riguarda la giocabilità, Assassin’s Creed: Bloodlines prende chiaramente spunto dalle meccaniche di gioco del primo capitolo, cercando di migliorare, in parte, i difetti attribuibili alla frustrante ripetitività delle missioni, ma purtroppo senza un esito positivo.
Le missioni principali sono infatti alternate da alcune varietà di nuove sottomissioni in cui Altair deve cercare di raggiungere determinati personaggi da sottoporre a furto, interrogatorio e consegna di materiale o messaggi. Sebbene donino un certa varietà al rindondante svolgimento principale del gioco, questi compiti purtroppo risultano troppo corti o poco strutturati, indirizzando così il giocatore a puntare solo ed esclusivamente alle missioni di assassinio per portare a termine il gioco.
D’altro canto però va menzionata la cura con cui sono state riprodotte le gesta di Altair in versione portatile. Assassin’s Creed: Bloodlines può vantare infatti di tutta la serie di azioni disponibili nel primo titolo grazie alle quali il personaggio può intraprendere sessioni di parkour tra i tetti delle città dell’Europa medio orientale, combattimenti a suon di armi bianche e fasi stealth.
La naturalezza con cui il protagonista può arrampicarsi sugli edifici è rimasta intatta, così come l’uso delle armi che permettono di utilizzare la lama retrattile per gli assassinii in sordina o di uccidere i nemici con l’ausilio dei coltelli da lancio. Per quanto riguarda gli scontri diretti con gli avversari la spettacolarità non manca, ma dopo aver imparato il meccanismo offensivo e difensivo il tutto si riduce a un semplice uso di mosse d’attacco e contrattacco, vista anche la limitata intelligenza artificiale.
Un’ottima novità riguarda i vari potenziamenti che si possono accumulare con il progredire del gioco. Altair può aumentare la barra di sincronia dell’Animus, incrementare il numero di pugnali da lancio e quant’altro, collezionando le svariate monete nascoste lungo livelli, oppure sfruttando l’opzione di collegamento con Assassin’s Creed II via PlayStation 3. I possessori di entrambe le console, e i rispettivi titoli, possono infatti sbloccare potenziamenti per il gioco su PSP e rendere disponibili delle armi aggiuntive (reperibili nella villa Auditore di Monteriggioni) per Ezio Auditore su PS3 tramite la sincronizzazione dei dati.
Per quanto riguarda invece i controlli di gioco, possiamo dire che risultano anch’essi simili alle impostazioni dei pad per i titoli riservati alle console casalinghe. Unica pecca da menzionare è però l’assenza di un secondo stick analogico per ruotare la telecamera, sostituito da uno scomodissimo uso dei tasti dorsali: durante le fughe dai nemici è davvero complicato cercare di guardarsi attorno senza perdere l’orientamento.
COMPARTO TECNICO
Tecnicamente gli sviluppatori del team Griptonite hanno svolto un ottimo lavoro nel gestire il tutto entro i limiti della console Sony, che fa egregiamente un buon uso del motore di gioco senza mai incappare in rallentamenti di alcun tipo. Le animazioni e i dettagli dei personaggi principali, soprattutto Altair e i boss, sono resi al meglio, mentre quelle dei comuni nemici e personaggi minori lasciano talvolta a desiderare.
Le ambientazioni non offrono la vastità e l’affollamento di popolazione delle controparti ad alta definizione, fattori che rimangono comunque limitati dalla capacità di PSP nel gestire i grandi spazi. Gli edifici risultano abbastanza dettagliati ma soffrono di una certa ripetitività, distinguendosi al più da scenario a scenario. Nel complesso comunque possiamo dire che il risultato è abbastanza buono.
La localizzazione e completamente in italiano per testo e doppiaggio e per i dialoghi sono state usate le stesse voci presenti nel titolo originale. Musiche ed effetti sonori ben realizzati e in grado di immergere il giocatore al centro dell’azione.
COMMENTO FINALE
Assassin’s Creed: Bloodlines è sicuramente un titolo sopra la media tra il gli svariati titoli disponibili ormai per console PSP. Il poter impersonare Altair su schermo portatile ha il suo fascino, mantenedo tutte le caratteritiche che lo hanno reso famoso in Assassin’s Creed, sia positive che negative.
In conlcusione Assassin’s Creed: Bloodlines è sicuramente un titolo che fa della trama l’elemento principale, con l’unico difetto di non poter essere compreso appieno dai giocatori estranei alla serie proprio per il forte legame narrativo che il titolo ha con essa.
Per questo motivo consigliamo infatti il titolo Ubisoft in particolare agli utenti che hanno almeno terminato il primo capitolo. I restanti possono sempre godersi un ottimo action game, mettendo in previsione di colmare le lacune della trama con i capitoli per console casalinghe.
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