Non ha ancora avuto largo risalto e speriamo vivamente che non lo abbia, ma le ultime notizie provenienti dall’ultima testimonianza di Anders Behring Breivik nel processo che lo vede imputato per la tragica strage di Oslo del 22 luglio 2011 ci fanno temere l’ennesimo attacco ai danni dei videogiochi. Giochiamo quindi stavolta d’anticipo, ricordando per esempio lo scandaloso servizio del TG1 che andò in onda a suo tempo, per non parlare del “solito” Klaus Davi.
Si parla sempre di Modern Warfare 2 e World of Warcraft, citati da Breivik come suoi passatempi nel 2001, argomento sul quale il terrorista è tornato nella nuova testimonianza, ammettendo di aver passato anche 16 ore al giorno giocando al MMORPG targato Blizzard. Apriti cielo. Per l’ANSA (non proprio l’ultima arrivata) la strage è “preparata coi videogiochi”, e addirittura anche la CNN (idem come sopra) sembra sposare la stessa teoria, ripresa in giro per la rete da altri siti web che diventa superfluo linkare.
Per fortuna c’è chi come il TIME dimostra di volerci pensare un attimo su, anche prendendo atto di quelle che sarebbero state le precedenti dichiarazioni di quello che è prima di tutto un criminale, e in secondo luogo un videogiocatore. Tra l’altro, leggendo l’articolo di Associated Press linkato anche sopra, si legge quanto segue:
“Nella sua testimonianza, Breivik ha detto di aver giocato al gioco ‘Modern Warfare’ per 16 mesi a partire da gennaio 2010, in primo luogo per imparare a usare mirini dei fucili. Breivik ha detto di aver già deciso nel 2006 di fare quella che si aspettava essere un’operazione ‘suicida’. Prima si è preso un ‘anno sabbatico’ completamente dedicato a un altro gioco, ‘World of Warcraft’, per 16 ore al giorno. Breivik ha detto che tagliare i rapporti sociali per un anno l’ha aiutato a preparare gli attacchi, ma il gioco era ‘puro intrattenimento. Non ha nulla a che vedere col 22 luglio'”
Scagionato quindi World of Warcraft, resta il solo uso di Modern Warfare per “imparare a usare mirini dei fucili”. A questo proposito però, citiamo il TIME:
“Incolpare i videogiochi di aver fatto di Breivik un miglior tiratore è lo stesso che condannare poligoni e scuole di tiro ogni volta che qualche lunatico privato di attenzioni che frequenta questi posti prende una pistola e fa cose inspiegabili.”
Come detto all’inizio, speriamo di sbagliarci e di non vedere stasera servizi come quello andato in onda un anno fa.